Mi auguro sia colpa del mezzo! Mi faccio a misura una solida barca munita sul fronte di guida polena. Né abissi né strade mi danno la pace nonostante la scienza della groppa mia guida.    Io    fatto di fango    soffro    una voglia    assurda    di cielo. Ma neppur il volo dà gioia se resta compressa inespressa nella dura tua scorza. Al primo mio accenno deciso di sforzo mi trovo di colpo sputato all'esterno sulla rena del mondo. Non sento più gabbia di pelle tra l'oscuro mio dentro e l'esterno, tra la mente e l'istinto. Finalmente sereno esplodo un'alba sicura. Or pure un fragile legno può tentare tranquillo l'oceano: io naufrago con te vela robusta. tu musica per le mie mani di artista | Invano inseguo il sereno fidando nel solo mio istinto! Ben presto zattera incerta tra i flutti tremendi dei giorni. Eppure ancora non vedo. Non basta il sostegno del peso. Mi affido allora alla vita di curioso delfino per scrutare bambino sia terra sia mare. Debbo per forza rischiare d'uscire dal dorato mio guscio scalando il sole di tutti Non giungo a scoprirmi incapace e tremante che mi trovo soccorso da fraterna energia. Potente di braccia e chiaro di cuore rincorro ansioso l'incontro dove il dono diventa bisogno. Ed in coppia più in alto eleviamo la coppa in omaggio alla vita che ci vuole diversi di forza e d'umore per una stupenda palestra di slancio di mani. |
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